sabato 24 settembre 2016

Advanced Readings in Dungeons & Dragons: Le fonti narrative del Gioco di Ruolo


Il 23 dicembre 2014 è terminata sul sito della TOR books l'interessantissima serie Advanced Readings in Dungeons & Dragons dove gli autori, Tim Callahan (esperto di comics) e Mordicai Knode (giochi) una volta a settimana si sono cimentati ad analizzare nei confronti di D&D le opere dei seguenti autori e autrici (e tre antologisti): 

Robert H. Howard, Poul Anderson, Sterling E. Lanier, Fritz Leiber, Edgar Rice Burroughs, Jack Vance, August Derleth, Roger Zelazny, L. Sprague de Camp, Fletcher Pratt, Gardner Fox, Andre Norton, Michael Moorcock, Jack Williamson, Lin Carter, John Bellaris, Fred Saberhagen, Frederic Brown, Stanley G. Weinbaum, Manly Wade Wellman, H. P. Lovecraft, A. Merritt, Lord Dunsany, Philip José Farmer, Margaret St. Clair, Andrew Offutt, Leigh Brackett, J.R.R. Tolkien.


Ma cosa hanno in comune gli illustri signori e le illustre signore qui sopra elencati (la maggior parte maestri indiscussi nel loro campo) con il primo e più longevo gioco di ruolo esistente ?

lunedì 5 settembre 2016

MINSTREL IN THE GALLERY dei JETHRO TULL - LA GRANDE RECENSIONE

MINSTREL IN THE GALLERY edizione dei quarant’anni.
LA GRANDE RECENSIONE.

di Donald McHeyre e Jacopo Muneratti





LA GRANDE introduzione

Personaggi (in ordine di apparizione)

Il Duca e la Duchessa di Derby 
Attori e Menestrelli
Palmer, The Butler

Qualche ospite ritardatario
Frate Donaldo da Aberdeen (imbucato e ubriaco)
Ser Giovanni Jacopone Galeacci (ubriaco e imbucato)

Scena:
Haddon Hall, Bakewell, Derbyshire.
Nella Grand Hall si prepara il ricevimento per il matrimonio del Duca.
Gli sposi presiedono la sala semi vuota.
Gli attori si preparano a rappresentare La Dodicesima Notte.
Improvvisamente alcuni musici accedono al loggione.
Il Butler si avvicina al Duca e alla Sua sposa.

Palmer The Butler:
"Mio Signore e Signora, ci siamo fortuitamente trovati davanti codesti... ehm... guitti, che provvederanno a fornirVi... ehm... buone melodie mentre Vi disponete per i Vostri piaceri del pràndio... quantunque nella deplorevole assenza dei Vostri ospiti. Dunque, mio Signore e Signora, per il Vostro intrattenimento..."

Sposi:
applausi mosci ...

(45 minuti dopo)

I musici hanno appena terminato di suonare.
Gli attori smontano gli apparati di scena.
Due figuri, Frate Donaldo e Ser Giovanni Jacopone, accasciati ad un tavolo ai margini della sala, commentano la rappresentazione appena terminata.

Frate Donaldo da Aberdeen:
Che ora abbiamo fatto? 
La luna incombe e voglia ancor ho di sollazzo.
Portatemi altro vino a mitigar la gola raschia 
e farmi dimenticar la sposa racchia.
E che suono soave e pieno di allegria
proveniva dai menestrelli nella galleria.

Ma che avete amico caro? Non siate mogio.
Ve lo leggo nella faccia,
che qualcosa c’è e vi abbacchia!

Ser Giovanni Jacopone Galeacci:
… i me ga roto i cojoni!


giovedì 25 agosto 2016

DOVE MI HAI PORTATO A CENA?

Per storia e tradizione (e clima) le genti della Gran Bretagna sono da secoli portate a chiudersi in luoghi affollati, pieni di fumo e di birra e di musica, chiamati pub, Public House. Ogni popolo possiede il suo ritrovo di aggregazione sociale con il suo specifico nome. Noi italiani avremmo le osterie ma a differenza degli inglesi e degli irlandesi questa cultura non siamo mai riusciti ad esportarla in tutto il mondo e credo che neanche ci abbiamo provato. Anzi si può dire che anche da noi le osterie siano un ricordo legato ai nostri nonni ormai sostituite a macchia d’olio dal "Bistrot" francese e dal  pub "alla irlandese" dove gestori (italiani) improvvisati servono guinnes spillata male (sul ritrovo sociale preferito dagli americani, proprio quello, diffuso in ogni angolo del pianeta, preferisco stenderci un velo pietoso).

domenica 3 luglio 2016

Speciale A Passion Play dei Jethro Tull - 3° parte - La Lepre che Perse gli Occhiali

Terza e ultima parte dello Speciale A Passion Play dei Jethro Tull

Come corollario ai due articoli dedicati all'album A Passion Play e sui Chateau d'Isaster Tapes, che trovate  QUI e QUO, qua leggerete una molto interessante analisi dei contenuti tematici del testo di "The Story Of The Hare Who Lost His Spectacles" fatta da Giampiero Frattali.










The Story Of The Hare Who Lost His Spectacles  è contenuta nell'album A Passion Play.
Scritta e narrata da Jeffrey Hammond con la "veloce" presentazione di John Evan e con accreditati alla composizione musicale, Anderson, Hammond e Evan.

Il "brano" è un intervallo comico che usa gli animali antropomorfizzati come nella tradizione favolistica   nella più estesa e drammatica rappresentazione dell'album.

Dal vivo, durante il tour del 1973 l'album "A Passion Play" veniva eseguito nella sua interezza filologica. Al momento dell'intervallo programmato come da scaletta dell'album, i componenti del gruppo si eclissavano e veniva proiettato questo "video clip" (portarsi in tour ballerini e coreografie sarebbe stato poco pratico)  per molti anni rimasto solo ed esclusivo beneficio del pubblico pagante in sala. Fu pubblicato per la prima volta a larga diffusione su un supporto all'uscita del DVD dei 25 anni.

Esiste anche un ancor più raro filmato di animazione realizzato nel 1989 con la tecnica della plastilina.
La composizione di Hammond e soci ha ispirato numerosi artisti e media compresi libri illustrati, come questo qui affianco.


Speciale A Passion Play dei Jethro Tull - 2° parte: 40 anni dopo.

Benvenuti nella seconda parte del lungo speciale dedicato all'album "A Passion Play" dei Jethro Tull, per la prima parte cliccate qui.

Per celebrare i suoi 40 anni l'album è uscito in un'edizione che ce lo consegna in tutto il suo splendore, come l'abbiamo sempre solo sognata e contenente anche le session francesi del 1972, ripulite e sistemate in un ordine di set list ufficiale. Il degno coronamento per questo immenso capolavoro doppio (doppio capolavoro doppio).

Per l'analisi tecnica e "tassonomica" dei brani contenuti nel cofanetto e alla loro wilsonizzazione, vi rimando alla parte scritta da Jacopo Muneratti (che troverete più giù).
Per una trattazione pre-cofanetto delle tracce dei famosi "Chateau d'Isaster Tapes" vi rimando al blog di Jacopo. 

La terza parte, dove Giampiero Frattali ci parla della "Storia della Lepre che Perse gli Occhiali" la trovate qui.

E' arrivato il momento di presentarvi questo stupendo libro di 80 pagine patinate e illustrate, che ha come accessorio 4 bei dischetti (2 CD in 2° di copertina, 2 DVD in 3° di copertina), contenenti alcune delle massime vette artistiche raggiunte dal rock britannico nella sua pluridecennale storia. 
E il tutto per appena 30 euretti scarsi.

Jethro Tull - A Passion Play - Uno Speciale Esteso.

A PASSION PLAY (APP), l'album che forse di più divide i fan dei Jethro Tull. Uno dei rari dischi del gruppo la cui copertina non mostra la facciona (fotografata o disegnata) di Ian Anderson. Uno dei capolavori del cosiddetto progressive e ancora oggi oggetto di esamine e dibattiti. 

Per celebrare i rigogliosi, travagliati e ormai superati, 40 anni (ormai 43) di questo splendido lavoro che trascende i generi, riesumo dall’archivio una serie di articoli scritti all'epoca del primo anniversario e qui per la prima volta riuniti per un unico speciale dedicato.

Nel primo articolo, questo che state leggendo, introduco l'album APP trattando del suo peculiare "concept" oltre a contestualizzarlo nell'epoca della sua uscita discografica nel 1973. 

Nel secondo articolo analizzo i contenuti del meraviglioso cofanetto "An Extended Performance" uscito nel 2013, per i suoi 40 anni e Jacopo Muneratti continua l'analisi tecnica delle tracce contenute nel cofanetto e i suoi pensieri sul grande lavoro di Steven Wilson. Nell'articolo troverete anche un link al blog di Jacopo per un articolo dove tratta le tracce delle famose session abortite del 1972 in Francia. 

Nel terzo articolo Giampiero Frattali ci parla dei "significati reconditi" contenuti nel testo di "The Story of the Here Who Lost His Spectacles" contenuto "al centro" dell'album "A Passion Play".

Buona lettura e buon ascolto con i Jethro Tull.

lunedì 27 giugno 2016

W. H. Hodgson, Il Marinaio dell'ignoto

A quasi 100 anni dalla sua scomparsa ricordiamo la vita e le opere di uno dei grandi Maestri del fantastico, William Hope Hodgson (Essex, 15 novembre 1877-Ypres, 17 o 19 aprile 1918). 
Marinaio, fotografo, atleta, scrittore, soldato e sognatore.

Hope fa parte di quella schiera di grandi autori fantastici che a cavallo tra il XIX e il XX secolo trasformarono la narrativa fantastica, fino a quel momento quasi tutta solo principalmente estetica o principalmente didattica, nella narrativa come la conosciamo oggi creando capolavori immortali e "moderni" punto di riferimento di ogni media che si cimenti con il fantastico, il meraviglioso, l'insolito e la fantascienza. Autori come Conan Doyle, Arthur Machen, Algernon Blackwood, Robert Chambers, Bram Stoker, M.R. James, M.P. Shiel, Max Beerbhom, W.B. Yeats, Edward Plunkett (solo per citarne alcuni). Tra questi William Hope Hodgson si ritagliò sin da subito lo spazio che merita nonostante la sua giovane età e la sua brevissima carriera e ancora oggi giustamente e continuamente ricordato e ristampato.
La sua stessa vita potrebbe essere soggetto di un film.

giovedì 23 giugno 2016

Jethro Tull: Living in The (many) Past

LIVING IN THE PAST 
Album doppio, Island/Chrysalis records, 23 giugno 1972 (UK), 31 ottobre 1972 (US).

Successivamente al grande successo di "Aqualung" e di "Thick As A Brick" che ha portato (ma in realtà confermato) il grande successo internazionale ai Jethro TullEllis e Wright si ritrovano con un gruppo all'attivo di 5 album e decine di concerti con il tutto esaurito in ogni angolo del globo dove "conta esserci".
Sono passati 5 anni nei quali è cambiato lo stile, iniziato con il British Blues, passando per il folk e approdando al "progressive" ormai di moda. E' cambiata la formazione (tornando in realtà a quella originale pre "This Was") con il solo Anderson (e l'ormai fido Martino) rimasto incontrastato leader di un progetto in continua ascesa.

In questo lasso di tempo il gruppo ha collezionato una discreta quantità di B side (ma anche di A side) inedite su LP, brani scartati, versioni alternative, ecc. Normale amministrazione per ogni gruppo prolifico con un minimo di carriera in un periodo da poco uscito dall'indecisione storica in bilico sulla domanda "LP o single?", dove quest'ultimo ha ancora il suo peso in un mercato che per quanto si rispolveri resta sempre radicato alle tradizioni e ai soldi sicuri.

In quest'ottica l'iniziativa di Ellis e Wright, creatori della Chrysalis (nata come "costola" della Island e che proprio dal 1972 comincerà ad essere indipendente dall'ala protettrice del "giamaicano" Chris Blackwell), è pioneristica e profetica.

"Living In The Past" per concezione e struttura, può essere visto come una prima prova del cofanetto "20 Years of JT" che nel 1988 anticiperà e farà da modello al proliferare dei cofanetti celebrativi e antologici, più o meno interessanti, che molti tra i cosiddetti "dinosauri del rock" utilizzeranno dagli anni '90 in poi, per solleticare la nostalgia dei vecchi appassionati, stuzzicare la curiosità dei nuovi potenziali appassionati e irritare i collezionisti di vecchia data.


martedì 21 giugno 2016

UNKNOWN in Italia

UNKNOWN,la rivista, il pulp, nella sua pur breve esistenza è stata una pietra miliare del genere fantasy mondiale e "cortile/palestra" per alcuni autori, come HubbardSturgeonLeiberDel Rey e lo stesso de Camp a cui i tecnologici confini di Astounding andavano stretti (ma presto, molti autori a cui Astounding calzava perfettamente, come Heinlein, proveranno la sfida stilistica e concettuale della rivista).



UNKNOWN fu da parte di John W. Campbell la risposta al tipo di fantasy diffuso da Weird Tales e allo stesso tempo, forse involontariamente, una risposta all'emergente ondata del "fantasy colto" britannico (Lord Dunsany, Lady Augusta Gregory, E.R. Eddison, T. H. White, ecc). Fin dal suo debutto fece subito molto successo e con rimpianto di tutti, la rivista fu chiusa solo per il razionamento della carta, dovuto al periodo dell’entrata in guerra degli Stati Uniti nel confitto mondiale degli anni ’40.
La rivista debuttò nel 1939. Lo Hobbit era stato pubblicato in Inghilterra nel 1937. La trilogia dell’anello è del '54/'55, quando ormai UNKNOWN non usciva più. Ma negli Stati Uniti il boom tolkiano, come vera e propria moda, arriverà solo negli anni ’60, con il successo dell’edizione in paperback.








lunedì 13 giugno 2016

A Scarcity of Miracles - A King Crimson ProjeKCt - Recensione

Riscopro nel mio archivio digitale questa recensione dell'album "A Scarcity of Miraclesscritta nel 2011 per il Blog dell'amico Jacopo Muneratti e di cui ... ehmm ... mi ero completamente dimenticato. 

Nel frattempo, cinque anni, molte cose sono successe e molti dei "miracoli" citati nell'articolo si sono in qualche modo avverati (attenti a ciò che desiderate, potrebbe avverarsi), tra cui, che P.J. Crook è una lei e non meno importante, il ritorno dei King Crimson, in una formazione particolare che inserisce vecchi componenti illustri, ritornati e incastrati con, più o meno, nuovi componenti, in un contesto particolare e intrigante.
Per il momento attivi solo in tour dal 2014 e in attesa di un probabile e sperato album in studio, "A Scarcity of Miracles" rappresenta un primo passo, nel bene o nel male, di quanto sta accadendo attualmente nell'universo cremisi. Potrebbe essere utile ricordare il passato recente per prepararsi meglio all'immediato futuro.

La recensione la potete trovare QUI.



venerdì 3 giugno 2016

Bill Bruford (3 di 3) - 1994/2009 (contiene Intervista)

Benvenuti nel nostro terzo e ultimo viaggio nel mondo musicale di WILLIAM SCOTT BRUFORD.

Quest’ultima puntata  descrive l’ultima parte della sua carriera, che va dal 1994 al 2008, e con l’intervista annessa, andò in onda la prima volta in data 13 novembre 2010 come puntata numero 50 del mio programma radiofonico "Punto d’Incontro".

Come per le precedenti due parti, il testo originale fu concepito per la lettura radiofonica, più sciolta e sintetica e come per le altre, questo testo è stato riadattato per la pubblicazione su questo blog. In alcuni casi il testo è largamente riscritto: ampliato, dove serviva ma anche cancellato, per quelle parti strettamente radiofoniche. 


In appendice, oltre al link di Youtube per l’intervista, troverete anche l’ultima parte de "I Ferri del Mestiere", l’analisi dei drum set di Bill Bruford.

mercoledì 1 giugno 2016

Archivio - Cosmo Oro 5: Stella Doppia di Robert A. Heinlein

COSMO - CLASSICI DELLA FANTASCIENZA - Volume n. 05
Prima edizione: Novembre 1972 (ristampato con diverse copertine a giugno 1982 e marzo 1994).
Direttore responsabile: Gianfranco Viviani.
Titolo originale
DOUBLE STAR (1956)
Traduzione di Riccardo Valla

Copertina italiana prima edizione: Gruppo Ajna.


Quinto appuntamento con i volumi della serie COSMO (oro) della Editrice Nord e per la prima volta dal suo debutto nella serie troviamo un autore già presentato , anche se importante come Heinlein. 
Pur vero che da questo debutto erano passati ormai quasi 3 anni e nel frattempo la Nord non era rimasta con le mani in mano: Ben 21 titoli usciti tra il 1970 e tutto il 1972 nella serie "gemella" Argento e 8 nella serie ARCANO che fece da precursore alla più famosa e longeva FANTACOLLANA che a sua volta debutterà nel 1973 insieme a SF Narrativa d'Anticipazione e da lì in poi tante altre iniziative. 
No, la Nord si stava dando molto da fare.
La scommessa era vinta e la formula della fantascienza in libreria stava avendo successo, dando ragione a Gianfranco Viviani ed ai suoi collaboratori.
Se al romanzo "Cittadino della Galassia", spettò il compito di un debutto "facile" con un autore simbolo e maestro del genere, con questo "Stella Doppia" abbiamo la conferma delle qualità del braccio più destro di Campbell.
Come per molti altri titoli, anche "Double Star" era già stato pubblicato da Ponzoni nel 1957 ma per la versione di lusso la Nord presenterà una traduzione tutta nuova ad opera del compianto Riccardo Valla.

giovedì 26 maggio 2016

Archivio - Cosmo Oro 4: Abissi del Passato di L.S. de Camp

COSMO - CLASSICI DELLA FANTASCIENZA - Volume n. 04
1972 (poi ristampato con differente copertina nel 1990)
Direttore responsabile: Gianfranco Viviani
Titolo originale
LEST DARKNESS FALL (1939 su rivista, 1949 e 1951 in volume)
Traduzione  di Renato Prinzhofer.


In copertina è riprodotta un'opera della pittrice Luciana Matalon














Il romanzo breve si svolge in Italia e soprattutto a Roma durante gli ultimi vagiti del lungo declino dell’impero romano. Per la precisione nel 535 d.c. durante la dominazione ostrogota.
Il protagonista, l’archeologo Martin Padway, durante una visita turistica al Pantheon nel 1938, viene colpito da un fulmine e scagliato in quest’epoca delicata della storia europea, tra il declino della massima civiltà conosciuta  fino a quel momento (in Europa) e l’inizio dell'era oscura e il ritorno alle barbarie (anche se poi il grande medievalista Jaques Le Goff, in anni successivi, dimostrerà che le cose non sono del tutto così).
L'autore non fornisce nessuna spiegazione scientifica, nessun approfondimento sul perché e il come questo avvenga. A L.S. de Camp non interessa e non deve interessare nemmeno a noi. 

Padway sfrutta le sue, pur limitate, conoscenze scientifiche di uomo moderno per acquisire sempre più potere e influenza su questa civiltà più arretrata fino a modificare gli eventi della Storia come la conosciamo.
L’autore avrebbe potuto anche ambientare tutto il romanzo nel 20° secolo e come protagonista utilizzare un alieno di una civiltà più progredita tecnologicamente, o anche semplicemente un umano di una civiltà terrestre futura ma la scelta effettivamente utilizzata rende meglio l’effetto che a de Camp interessa davvero, quello della satira, oltre a collocare il romanzo nel novero delle ucronie.
Mark Twain? Certamente. Però a de Camp non ha mai interessato essere originale e nonostante ciò lui stesso, nel contesto più ampio della "fantascienza" campbelliana, era un originale.

Il più “birichino” degli allievi di Campbell, Lyon Sprague de Camp, nasce il 27 novembre 1907 a New York. Durante la sua prospera e lunga vita (è morto il 6 novembre del 2000) è stato colonna portante della fantascienza e del fantasy sia come antologista e autore di pastiche howardiani, sia come autore di saggi scientifici e letterari, la cui importanza è pari a quella della sua produzione di narrativa. In quest’ultima branca si è distinto nella fantascienza ma soprattutto nel fantasy e di questa è stato uno dei maggiori, se non il maggiore umorista.

Ingegnere e scettico fino al midollo, era l’autore perfetto per un progetto che covava nel bocchino di John W. Campbell da qualche tempo: la rivista "Unknown", specializzata in fantasy.


Heinlein, de Camp e Asimov:
colleghi nell'arte e nella vita.

L.S. de Camp, dopo Heinlein, Campbell e Asimov è il quarto autore presentato nella serie Cosmo Oro.

Quella di De Camp, e in particolare un testo come "Abisso del Passato" sarà apparsa una scelta incongrua in questo contesto. 


Lest Darkness Fall è forse il suo lavoro più famoso. Forse non il migliore e sicuramente non il più divertente. Farà molto, molto di più in collaborazione con Fletcher Pratt, per il ciclo di Harold Shea o da solo con la serie "Novarian".


A differenza delle prime tre uscite per la serie della Nord, in “Abissi del Passato” non ci sono vicende ambientate nel futuro, astronavi, mondi alieni, super scienza o anche semplicemente alta tecnologia. 
E’ fantascienza? E’ un testo perfetto per UNKNOWN.
















martedì 24 maggio 2016

Bill Bruford (parte 2 di 3) 1979 - 1993 (contiene I Ferri del Mestiere e L'Esagono di Simmons)

Benvenuti a tutti. Comincia la seconda parte dello speciale dedicato al grande musicista Bill Bruford. Musicista più che batterista, in quanto la sua rara intelligenza, sensibilità e voglia di sperimentare lo ha portato in 41 anni di carriera a travalicare il ruolo canonico e stereotipato che vuole il batterista, semplicemente come colui che accompagna i musicisti. Continuo sperimentatore di suoni e soluzioni ritmiche originali e ricercate in vere e proprie composizioni ritmiche, Bruford ha sempre denunciato il ritardo che il mondo della batteria, dal punto di vista della ricerca e della tecnologia applicata soffre nei confronti di altri strumenti musicali elettrici ed elettrificati, soprattutto nei confronti delle tastiere. Un ritardo che Bruford ha cercato di colmare con l’utilizzo entusiasta ma un po’ ingenuo delle, all’epoca, rivoluzionarie batterie Simmons.

Ma avremo modo di approfondire questi argomenti nel corso della puntata, come di approfondire le varie tappe della sua carriera insieme ad altri musicisti meravigliosi pari a lui, provenienti da ogni parte del globo, da diverse culture, stili e atmosfere in un eclettismo da piccola e intelligente unità mobile, tanto paventata da Robert Fripp, che per molti anni è stato suo compagno di viaggio, in un rapporto sempre conflittuale ma sempre prolifico.

mercoledì 18 maggio 2016

BIll Bruford, scienziato della batteria (parte 1 di 3)

William Scott Bruford (17 maggio 1949 - vita lunga e prospera), il 1° gennaio 2009, dopo 41 anni di musica e concerti in tutto il mondo con i più disparati artisti, ha annunciato il suo ritiro dalla vita pubblica, sospendendo ogni attività concertistica e discografica.
Dal 2009 ad oggi, Bill Bruford ha intrapreso la strada del conferenziere e del saggista, portando la sua vasta esperienza e il suo originale talento sulle pagine di un libro pubblicato nel 2009, "Bill Bruford The Autobiography", molto apprezzato da pubblico e critica per la sua capacità di raccontare la vita (non solo la sua), attraverso la musica e le esperienze umane, con ironia, umorismo e profondità. 
La sua attività di conferenziere gli ha meritato un Dottorato di Filosofia e Ricerca conferitogli dalla University of Surrey a febbraio del 2016, come giusto coronamento di una lunga carriera, mobile, intelligente e per nulla piccola.

Quella che sta per cominciare è la storia di un uomo, di un musicista che ha scelto la batteria. Una storia raccontata attraverso i fatti salienti della sua vita, il suo pensiero ma soprattutto la musica, sua e di altri per la quale ha prestato il suo originale talento sempre all’insegna del gusto, della misura e dell’intelligenza. 
Tre fattori non così comuni nell’industria discografica.

Yes, King Crimson, Genesis saranno solo la punta dell’iceberg musicale di questa storia ..... la media qualitativa sarà elevata ed è sempre pericoloso abituarsi all’eccellenza.

Testo originale scritto per 3 puntate radiofoniche dedicate a Bill Bruford, andate in onda a luglio del 2010 e qui adattate per il blog.

Lo speciale contiene anche "I Ferri del Mestiere" analisi dei drum set di Bill Bruford.


martedì 17 maggio 2016

Jethro Tull - Too Old To Rock 'n' Roll:Too Young To Die! - 40 anni, mai troppo vecchio, mai troppo giovane

"Too Old To Rock 'n' Roll:Too Young To Die" il decimo album  dei Jethro Tull usciva 40 anni fa, il 23 aprile del 1976 (il 17 maggio in America). Nel 2015 a novembre è stato pubblicato il cofanetto della Special (TV) edition nella serie delle "wilsonizzazioni" dei classici del rock, l'occasione è propizia per parlarne in questo speciale.


Con la collaborazione di Jacopo Muneratti.



giovedì 12 maggio 2016

Archivio - The Demolished Man (L'Uomo Disintegrato) di Alfred Bester


Alfred Bester nacque nel 1913.
La pubblicazione originale di "The Demolished Man" risale al 1953.
La Mondadori lo pubblicò in italiano nel 1963.
L'incipit del romanzo recita: Nel gennaio del 2013 sulla coppia solare ....
Questa straordinaria simmetria di date può indurre a pensare che le coincidenze possano essere in realtà delle strade tortuose che ci portano ad un significato nascosto ma non sempre il significato è ovvio.


Può capitare di trovarsi davanti ad opere di fantascienza ambientante in un futuro che l'autore ritiene abbastanza lontano dal suo tempo da giustificare ogni evoluzione sociale e tecnologica in essa immaginata ma ormai per noi lettori ambientate in un'epoca passata . L'aspetto interessante è vedere quanto e in cosa l'autore si sia dimostrato un buon futurologo e in cosa abbia sbagliato clamorosamente.


lunedì 9 maggio 2016

The Road To 1981 - Puntata 5 - Fripp and Tronic, mescolato mai agitato

Buongiorno a tutti.
Siamo giunti alla quinta ed ultima puntata di "The Road To 1981", il personale percorso musicale e filosofico di Robert Fripp in mezzo a due fasi dei King Crimson.

Pur avendo aggiunto molti nuovi elementi e fatti, rispetto alle edizioni precedenti di "The Road To 1981", siamo  ben lontani dal poter definire il percorso completo. Ho cercato comunque di mantenere il più possibile l'essenza dello scopo che mi ero prefissato, ossia individuare le connessioni tra Robert Fripp e altri artisti tra il 1972 e il 1980 e analizzare in che modo queste connessioni abbiano portato ai King Crimson del 1981. Ulteriori aggiornamenti sugli eventi e le ricerche necessarie per collegare tra loro questi eventi dovranno forzatamente essere rimandati per una, remota, edizione libro di "The Road to 1981".

Ho cercato anche di mantenere un compromesso tra la dovizia di particolari nel contenuto e la sintesi di esposizione nella forma, in coerenza con lo spirito del formato originale di questa serie: un programma radiofonico di due ore e il relativo podcast. Se ci sono riuscito sta a voi lettori giudicarlo.

Buona lettura e buon viaggio.